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Comunico sapendo di Comunicare

da | Feb 20, 2017 | Blog

Comunico sapendo di Comunicare

Ovvero le insospettabili virtù della biunivoca comunicazione

Parafrasando il saggio Socrate, comunicare sapendo di fare comunicazione potrebbe anche essere un modo come un altro per a) dare fiato alle trombe senza spartito oppure b) decidere che i noti scioglilingua italiani devono essere spediti hic et nunc in pensione. Nulla di tutto questo, anzi.

Il saper comunicare efficacemente, infatti, è talmente sottostimato che fare in modo che risulti veramente performante ed utile è molto più difficile di quanto si possa erroneamente pensare.

Immaginate di aver appena mandato all’aria un importante colloquio di lavoro, uno di quei lavori per il quale avete dato anima e corpo solamente per arrivare a quel tavolo. E di esserne addirittura corresponsabili, perchè il vostro interlocutore interrompendovi, guardando altrove e sminuendo i vostri legittimi punti di vista, ha ricevuto in cambio sbuffi, insofferenti occhi al cielo e nervosi schiocchi di dita.

Immaginate ora di poter tornare a metà conversazione e cambiare l’esito del colloquio, visto che quello già descritto avrebbe un gusto particolarmente amaro.

Ma soprattutto di avere l’opportunità di portare con voi una valigetta, che dovrete preparare da soli, quale metafora allegorica del vostro cambiamento ragionato ed accorto in virtù di una migliore conoscenza di quel vastissimo sottobosco detto comunicazione.

Immaginate a questo punto di essere magicamente a circa 3 ore prima del colloquio, al big bang della vostra 24 ore e di doverla riempire, cominciando dalle cose basilari, vale a dire quelle che andranno a creare le fondamenta del vostro cambiamento come, per esempio, l’ impossibilità a non comunicare.

In una relazione, infatti, qualsiasi parola, atteggiamento, sguardo, postura o impercettibile movimento oculare ha un significato, il quale funge da risposta allo stimolo che l’interlocutore ha inviato. Mantenere un contatto visivo e scandire bene i tempi delle battute che compongono la conversazione, senza cioè tentare di prevaricare sull’ interlocutore/interrompere invadendo così l’ altrui “tempo di recitazione”, son due componenti fondamentali per fare in modo che la vostra valigia della comunicazione riesca a camminare con le proprie gambe, una volta sollevata da terra.

Procedendo nella fase di riempimento, vi renderete conto che tutto quello che andrete ad inserire saranno proprio quelle importanti accortezze che necessitano di una base solida, le quali saranno utili a capire l’interlocutore ma anche, parimenti, a farsi capire in quanto comunicare significa mettere in atto un rapporto reciproco che fluisce in entrambe le direzioni, in egual misura.

Come il tessuto e la zip della valigia devono combaciare per potersi chiudere, anche nella comunicazione deve combaciare la consapevolezza che tutti gli interlocutori possiedono determinati obiettivi. Parlare non velocemente ma in modo deciso, rimanendo rilassati ma coinvolgendo allo stesso tempo l’interlocutore garantiscono che i tempi, le modalità e le finalità della conversazione siano rispettate nella loro integrità, dando al tutto anche un leggero tocco di piacevolezza ed interesse crescente.

Immaginate, infine, di aver speso le ultime ore a far mente locale sull’ormai vicino appuntamento, riempendo al contempo quella simbolica valigia che per nessun motivo al mondo lascerete sulla metro e che, anzi, vi porterà dritti dritti al raggiungimento del vostro obiettivo, semplicemente comunicando

Post Scriptum: non fate tardi. La puntualità non è solamente segno di rispetto ma anche un importante termometro per l’interesse reciproco.

Post Post scriptum: tutto comunica, anche il colore ed il modello della valigia da voi scelta.

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